Talking About: Books
Magisterium – l’anno di ferro, H. Black, C. Clare
Eh sì,
questa volta ce l’ho (quasi) fatta a pubblicare qualcosa senza che trascorresse
un intera era geologica.
Come avevo
preannunciato l’altro giorno, nel mentre che leggo “Magisterium – il guanto di
rame” (e strippo tantissimo, ahem. Tipo ieri sera ho letto più di mezzo libro,
e il mio cervello sta meditando l’ammutinamento), oggi parlerò del primo libro
della serie: “Magisterium – l’anno di ferro” scritto a quattro mani dalla
Black, di cui per ora non ho ancora letto nulla, e la Clare, famosa per la saga
di Shadowhunter. (Di cui prima o poi parlerò, dont’ worry.)
Decisi di
comprare questo libro l'anno scorso per Natale, quasi per caso, senza nemmeno
rendermi conto di chi l’aveva scritto, semplicemente perché “mi ispirava”.
Quando si tratta di libri vado molto d’istinto, sì. E quasi sempre ci azzecco,
quindi mi fido del mio istinto da lettrice-ossessiva-compulsiva-divoratrice.
Come era
quindi prevedibile, non sono rimasta delusa, anzi, piacevolmente sorpresa.
Forse fin
troppo.
Tutto il
libro è un immenso WTF?! a ciclo continuo, lasciate che ve lo dica. Ma in senso
buono.
Veniamo
alla trama: Callum Hunt, dodici anni, zoppo, vive solo con il padre Alastair.
Nel suo sangue, così come in quello della sua famiglia, scorre il talento per
la magia e il ragazzo, nonostante l’opposizione del padre e ogni tentativo di
fallire il test, viene ammesso al Magisterium, una prestigiosa scuola per
ragazzi dotati di magia, da Magister Rufus, una delle figure più eminenti di
tale accademia. Callum Hunt sarà quindi “costretto” ad affrontare il corso del
suo destino all’interno di quel mondo, nonostante su di lui incomba l’artiglio
minaccioso del Nemico della Morte, ma soprattutto ad affrontare se stesso e la
propria natura.
Poi tutto
ovviamente va a rotoli.
Se credete
che i finali di James Dashner (nda: The Maze Runner) siano da vero Master
Troller, non avete ancora visto niente, ve lo assicuro. L’accoppiata
Black/Clare è da suicidio neuronale.
Insomma, qual
è il solito schema di ogni saga fantasy/urban fantasy degli ultimi anni o poco
più? Protagonista random che improvvisamente si ritrova a fronteggiare qualcosa
di magico/potenzialmente letale, ha poteri con pacchetto optional che non sono
un optional, e nel giro di pochissimo diventa badass. E poi ovviamente allo
scontro finale il cattivo di turno ci resta secco (insieme ai tuoi feels e
qualche incidente di percorso chiamato vittima
random più o meno studiata per tale ruolo).
(Vedere
alle voci: Happy Potter, Shadowhunter, Divergent, Percy Jackson, Hunger Games e
potrei stare qui a elencare saghe fino al duemilacredici senza problemi.)
E invece
queste due ti piazzano un ragazzino con seri problemi a socializzare, una gamba
reduce da tanti di quegli interventi che ormai è un ammasso di tessuto
cicatriziale e dolore e un carattere che di certo non è quello del classico
eroe. Sarcasmo simile lo avevamo già trovato in Percy, ma lui ha manie di
protagonismo stile “GUARDATEMI SONO PERCY FIGLIO DI POSEIDONE E SONO UNA SUPER
STAR!!”.
Questo non
è Callum. Callum vorrebbe solo rintanarsi in un angolo sperando che nessuno lo
noti. Callum aspetterebbe che tutti si ammazzino a vicenda per poi saltare
fuori e rubare il trofeo. Callum passa metà del tempo a chiedersi perché sono
tutti così esaltati e a sentirsi l’unico con la testa a posto. Esattamente il
contrario di tutto quello che uno si aspetta da un eroe. E comunque no, Percy
Jackson su questo piano non è attendibile.
Ma torniamo
a Magisterium. Niente in quel libro va nel modo in cui uno si aspetterebbe, ed
è questo il motivo che lo rende tanto affascinante. Non sai mai cosa
aspettarti. (E il secondo è ancora peggio. Il secondo è il male.)
Quello che
vi si para davanti è un mondo strano. Da una parte è tutto in equilibrio, come
gli elementi degli incantesimi che vengono usati, ma dall’altra è tutto al
contrario. Chi padroneggia il potere del caos, detto Makar, viene acclamato
come un eroe, un messia, ricoprendolo di un ruolo quasi sacrale; il Nemico, è
il nemico (e non amico) della Morte, nonostante semini distruzione gratuita,
anche quando non c’è.
Perché effettivamente,
il Nemico c’è e non c’è. Ad esserci c’è la sua ideologia, i suoi seguaci, il
terrore nei suoi confronti. Ma esattamente cosa ne è rimasto? Un’ombra
inconsapevole, un retaggio sbiadito.
Questo
ovviamente se il Sire Malvagio non decide di svegliarsi dal suo letargo e
iniziare a diventare badass.
Riguardo
all’ambientazione, devo dire che è quasi pittoresca. Tutto è sotto terra, ma
non dà una sensazione opprimente. Sono gallerie, quelle del Magisterium, in cui
uno può perdersi, ma anche ritrovarsi. Sono gallerie piene di vita, come in un
Hogwarts sotterranea, piene di ragazzi e ragazze, di luci, di licheni che sanno
di bacon e pop corn al burro. Sono gallerie in cui scorrono misteri, magie e
segreti.
Tante cose
potrebbero accadere, al Magisterium. L’importante è non abbassare la guardia.
Mai.
Ma non è
questione di “un passo falso e sei morto”, oh no. Qui si ha quasi l’impressione
che potrebbe esserci qualcosa di decisamente peggio. (E il primo che dice: l’espulsione,
farà guadagnare a serpeverde 100 punti. Perché serpeverde? Perché è la mia casa
del cuore, quindi adattatevi.)
Sullo stile
non dirò nulla, anche perché essendo entrambe autrici professioniste e “collaudate”
ritengo che qualunque cosa detta a proposito risulterebbe superflua. Dirò solo che
in svariati punti ho riconosciuto lo zampino della Clare, che dopo aver letto
dieci suoi libri ho imparato a riconoscere, ma nulla più.
Nemmeno
sulle traduzioni della Masini rivolgerò i miei soliti drammi da “la versione originale è sempre più
bella!!1!!1”, perché di lei mi fido ciecamente, e so che avrà fatto un buon
lavoro. Anche se tradurre ammazza la lingua, ma è una cosa inevitabile, così
come il doppiaggio ammazza tipo TUTTO.
Un libro da
non perdere, un libro che ti farà decisamente andare fuori di testa. E se per
altre cose magari vi racconto come l’ho comprato io, questa volta vi dico:
prendetelo voi.
Perché
fidatevi, ne vale la pena.
Mitsuko
PS. AH,
dimenticavo, stanno uscendo le foto del mio foto set come Deneve scattate a
Lucca! Se volete darci un occhiata vi lascio il link della pagina fb di Shot At
Cosplay, il progetto che vedeva impegnati alcuni fotografi nella realizzazione
di foto set. (E si, la faccia da schiaffi qui accanto è la mia, ahem)